MARI

Tuesday, February 24, 2009

Un altro Carnevale se ne va

Venezia è ritornata ad essere il paese dei balocchi, nove giorni regalati al Carnevale con quanto ne consegue, nel bene e nel male. L'apertura della kermesse con il volo dell'Angelo, le Marie, i draghi e le sfilate in Piazza, hanno trascinato una marea di turisti a Venezia ad annusare il Carnevale. Dico annusare perchè mancavano di partecipazione e non riuscivano nemmeno a vedere le maschere nella marea di gente che si accalcava nel grande salotto. La storia si è ripetuta domenica scora collassando la città. Troppa gente a Venezia in un mordi e fuggi, non vive la città e crede di vivere il Carnevale senza portare con sè un contributo di colore, lasciatemelo dire, di carnevalità. Turisti con gli angoli della bocca incorniciati dallo zucchero delle frittelle o dal pomodoro della pizza al taglio mangiata in fretta in una pizzeria cinese, con aria stupita si guardano attorno e fotografano tutto ciò che passa. Sono ignari delle feste che si svolgono nei palazzi veneziani e del fantasma di Casanova che non trova pace. I veneziani, come me, avezzi all'oblio della città, girano per le calli guardandosi attorno, furtivi. Temono sempre il peggio e guardano in sottecchi i turisti usurpatori, quelli che sporcano le loro calli, lasciano le bottiglie per terra, spruzzano le bombolette di stelle filanti, una diavoleria moderna che poco si addice ai coriandoli, dimenticano sacchetti con i resti di pasti frugali ai piedi dei ponti, ingombrano i pontili e occludono le calli in interminabili lente processioni. Per non vedere tutto ciò, stamattina, a Venezia per lavoro, ho seguito percorsi alternativi, le calli segrete. Spuntavo da un lato e prendevo la calle di fronte, fuggitivo, frettoloso, un ombra nella città. Ogni tanto mi perdevo, ritrovandomi in cortili chiusi, ma è un rischio che ho corso volentieri. I bambibi invece sono felici, corrono si divertono, si sentono diversi e per questo protagonisti., bilanciano la disperazione delle loro madri costrette a vestirli senza capi firmati. Questa sera la festa si spegnerà con gli ultimi incontri, le ultime baldorie. Lento, il silenzio tornerà sulla città, interrotto solo dal rotolare di una bottiglia accompagnato dal fruscio della scopa di uno spazziono che sorride: "Anche per questo anno è finito !!!"

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